Valorizzare i talenti delle persone
per un percorso di vita indipendente
Il progetto “Albergo Etico” nasce nel 2006 grazie ad una felice intuizione di amici che esercitano la loro attività in settori diversi tra loro, professionisti della ristorazione e del sistema turistico astigiano e del mondo dell’architettura, con il supporto successivo di giornalisti, direttori commerciali e bancari, intenzionati a dare il proprio contributo per migliorare la società in cui vivono.
Partendo dall’osservazione della società che frequenta il ristorante e l’assenza di esperienza diretta con persone disabili, si sperimentano interventi di accompagnamento al lavoro finalizzati a valorizzare le capacità degli individui svantaggiati a favore della crescita sociale complessiva. Con il termine informatico download si vuole descrivere l’azione di sintesi e semplificazione dell’esperienza professionale verso la persona con deficit cognitivo, sensoriale e fisico, come in un immaginario scaricamento dati tra sistemi operativi.
Motivati da una necessità specifica, ovvero permettere ad un ragazzo con Sindrome di Down di terminare, con uno stage, il proprio percorso formativo presso il centro di formazione alberghiero Colline Astigiane, lo Chef Antonio De Benedetto, ex allievo dell’Istituto, accoglie con entusiasmo Niccolò nel proprio ristorante. Erano previste poche settimane di lavoro, possiamo tranquillamente dire oggi che si trattava di uno stage dai risultati dubbi, forse senza troppe attese. L’ambiente che ha circondato Niccolò ha avuto un effetto dirompente. Oggi quel ragazzo è il simbolo del ristorante Tacabanda, di un movimento, di un processo che sta trasformando la città di Asti e non solo. Ha un regolare contratto di lavoro a tempo indeterminato e fa il tutor di altri ragazzi.
Lo stage di Niccolò dura alcuni mesi, prima al ristorante poi presso un hotel in Valtellina. Il Consorzio Operatori Turistici di Asti crede da subito nel progetto e da lì a due anni i ragazzi aumetano, così come il legame con il centro di formazione alberghiero. Il sodalizio porta alla partecipazione, come operatori catering e accoglienza, al Salone Internazionale del Libro e al Salone del Gusto di Torino, al Salone della Piccola Editoria e al Monferrato Exprience a Roma; non solo, i ragazzi aprono le Maratone di Torino , Reggio Emilia e Treviso grazie alla collaborazione che dura tuttora con gli “Ambasciatori dello sport di Asti”.
Si innesca un processo che porta famiglie da tutta Italia a venire ad Asti per comprendere quanto stia succedendo, altre Associazioni si avvicinano per capire cosa di nuovo viene proposto.
Il gruppo di lavoro cresce per via della contaminazione in atto: si aggiungono, oltre ad Egidio, che da sempre coadiuva il fratello Antonio nel ristorante, anche altri professionisti del settore, imprese agroalimentari, bar, gelaterie, macellerie, pizzerie, ristoranti, centri benessere e alberghi che sposano la filosofia del progetto aiutando a generare ambiti di formazione diversificati. La rete generata nel tempo non si limita a fornire solo occasioni di formazione ma anche l’accoglienza dei ragazzi per brevi periodi.
Il modello di formazione e accompagnamento all’autonomia che adottiamo è il risultato di un processo partecipato tra professionisti, ragazzi destinatari della formazione e le loro famiglie: il processo di sperimentazione di prassi educative e l’osservazione costante dei ragazzi ha fatto sì che questi fossero destinatari di un modello che hanno condiviso nella genesi e che concorrono a sviluppare continuamente con il loro prezioso contributo, generando una mutua fruizione del metodo da parte di tutte le persone che a vario titolo vi partecipano. L’orientamento dell’azione del progetto è frutto anche di approfondimenti teorici: in particolare gli scritti della dott.ssa Maria Montessori hanno costituito un riferimento costante indicando la linea di indirizzo verso cui tendere.
L’Associazione intende sviluppare un percorso sperimentale, attivo e dinamico, finalizzato alla piena valorizzazione delle potenzialità delle persone, creando i presupposti affinché queste possano trovare le loro personali motivazioni per intraprendere un percorso di crescita personale.
La fortunata coincidenza che ha permesso a persone con esperienze personali e culturali così diverse di condividere un’esperienza di sviluppo di modalità con cui affrontare i problemi legati alla “diversità” con una apertura totale verso tematiche nuove, ha generato l’ambiente dove ogni individuo porta la propria esperienza come elemento di discussione e sperimentazione, scevro da ogni accademismo e lontano da protocolli e consuetudini, con lo spirito di chi effettua una ricerca iniziando da zero pronto a verificare tutte le ipotesi, condividendo la capacità di “immaginare e sognare” che si può aspirare a migliorare se stessi e gli altri, grazie anche allo spirito positivo e stimolante che i ragazzi hanno saputo infondere e insegnare a tutti noi.
“Un solo criterio permette di valutare la qualità della civilizzazione umana: il rispetto che prodiga nei riguardi dei suoi figli più fragili. Una società che non lo comprende è destinata a scomparire.”
Jérome Lejeune, pioniere della Trisomia 21
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